Il
fascino del Peloponneso risiede
soprattutto in chilometri e chilometri
di strada
attraverso lande di limoni, aranci, gelsi, vigne,
olivi, e territori costellati da templi, monasteri,
castelli veneziani. Si tratta di una sorta di
grande penisola, montuosa nell'interno e dalle
coste frastagliate - divenuta in pratica un'isola
staccata dal resto della Grecia dopo la costruzione
del canale di Corinto a fine ottocento.
Il
Peloponneso costituisce la
meta ideale per chi è alla ricerca una
terra arcaica,
per
chi desidera mettersi sulle tracce del mito
e degli antichi fasti di una civiltà
ormai perduta, quella degli Achei.
Numerosi
sono i siti archeologici visitabili (su tutti
si segnalano quelli di Corinto,
Olimpia, Micene,
Epidauro, Pilo,
Tirinto, Mystra)
ma tantissime sono anche le spiagge di sabbia
incontaminate ed interessante l'intatta e vasta
campagna che ancora conserva tratti ancestrali
ed un respiro arcaico, come fuori dal tempo.
Degne di menzione anche le zone di Kalamata
e Messinia, terre di olive
dal sapore impareggiabile. Regione
abitata sin dal periodo neolitico, il Peloponneso
prende il suo nome da Pelope, figlio di Tantalo,
re di Lidia. Qui nacque la civiltà micenea
(XV – XI secolo a.C.) che ad un certo
punto cancellò e sostituì quella
minoica, originaria di Creta.
In
seguito divenne terra dei Dori, e quindi tra
il X e l'VIII secolo a.C. vide la netta supremazia
di Sparta, poi spazzata via
dapprima dall'invasione macedone e poi da quella
dei romani. Il Peloponneso
venne in seguito chiamato Morea dai Crociati,
a causa della forma della penisola somigliante
ad una foglia di gelso.
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